... and it definitely is a theatre, or a music hall, or some other venue!
Dato che al Fringe quei “soli” tre show in due giorni ci avevano un po’ fatto il solletico, bisognava pure completare l’opera, right? Intendiamoci, non siamo responsabili: è tutta colpa del prozio Epicuro che scrisse quella strappalacrime lettera sulla felicità, e degli editori che anni fa la misero in commercio a mille lire… chiaro che poi ha mietuto vittime tra gli animi più nobili e sensibili… e noi Bad Idea Bears siamo taaaaanto sensibili, per cui poi l’invito a godersi le gioie della vita mica ce lo facciamo ripetere troppo volte!
Insomma, tocca occuparsi anche degli altri momenti teatrali, e poi di quelli più squisitamente musicali. Quindi apriamo, con ordine, con un nuovo capitolo della saga sondheimiana. Questa volta, a dirla tutta, The Master è autore solo dei testi, perché le musiche le ha scritte quell’altro pivellino di Bernstein e il concept narrativo va a spulciare invece in una storiella di portata vagamente universale scritta tanto tempo fa da un tale Guglielmo Shakespeare.
In altre parole… metti che Giulietta si chiama Maria e Romeo si chiama Tony, metti che Verona assomiglia al West Side di New York… ed eccoti servito un classicissimo del teatro musicale.
WHERE: Sadler's Wells Theatre - Rosebery Avenue, London EC1R
WHEN: 23rd August 2008, matinee
HOW WAS THE SHOW?
Non potevamo certo perdere questa chance per una serie di motivi: a) come già detto, il nostro “credo” ci impone di non trascurare tutto ciò che sia uscito dalla penna di Stephen Sondheim; b) questa produzione itinerante per l’Europa aveva raccolto enormi consensi; c) era ospitata dal Sadler’s Wells Theatre che si erge ai piedi della salita che conduce verso Angel e da sempre è associata, nel nostro ricordo visivo, al passaggio del N38 tra due file di tronchi scuri coperti da una pioggia di minuscole luci… e questo teatro dedicato alla danza ci attirava a mo’ di magnete ormai da tempo. La nostra uscita teatrale è peraltro stata resa ancora più speciale perché con noi avevamo le nostre due fidate compagne di viaggio dell’estate passata, che non potevano mancare ad una visita londinese e, soprattutto, ad un rendez-vous con la cucina del Busaba!
Tornando però allo show… qualcuno – non facciamo nomi, ma è lo stesso sito che ha recensito “Never forget” con una paccata di stelline – aveva bollato questo West Side Story come vecchio e poco convincente. Ben altra è stata la nostra impressione! Certo, la trama è, come già accennato, sufficientemente nota, a meno che in questi ultimi secoli siate vissuti su un altro pianeta, in un’altra galassia, e nessuno vi abbia mai rivelato che la storia di Romeo e Giulietta non finisce proprio con “e vissero tutti felici e contenti”… ma tale e tanta era l’energia sul palco della compagnia, così intensa l’interpretazione dei principals anche nei momenti un po’ retorici (per esempio in “Somewhere”), così ricco l’allestimento dal punto di vista coreografico e l’impatto visivo dei costumi, che era parecchio difficile restare indifferenti.
E ancora meno facile era restare indifferenti alla voce di Tony, un raro e fortunato mix tra impostazione pressoché lirica e intelligibilità e chiarezza della parola perfettamente preservate! Rimane poco tempo per “digerire” il finale che – scelta non comune nel teatro musicale – lascia gli spettatori nel silenzio di una scena solo recitata senza un reale closing number… che già sgorga caloroso l’applauso per la compagnia schierata al curtain call.
Alla vigilia temevamo un po’ di soffrire l’impianto tradizionale delle musiche, ma lo show è volato via senza mai risultare pesante e, anzi, siamo usciti dal Sadler’s Wells con la viva intenzione a ritornarci quanto prima per confrontarci con uno spettacolo di pura danza - e non avessimo già infarcito la nostra schedule a priori, avremmo già subito il forte richiamo della prima produzione disponibile dopo la chiusura di West Side Story di lì a pochi giorni!!
Dato che al Fringe quei “soli” tre show in due giorni ci avevano un po’ fatto il solletico, bisognava pure completare l’opera, right? Intendiamoci, non siamo responsabili: è tutta colpa del prozio Epicuro che scrisse quella strappalacrime lettera sulla felicità, e degli editori che anni fa la misero in commercio a mille lire… chiaro che poi ha mietuto vittime tra gli animi più nobili e sensibili… e noi Bad Idea Bears siamo taaaaanto sensibili, per cui poi l’invito a godersi le gioie della vita mica ce lo facciamo ripetere troppo volte!
Insomma, tocca occuparsi anche degli altri momenti teatrali, e poi di quelli più squisitamente musicali. Quindi apriamo, con ordine, con un nuovo capitolo della saga sondheimiana. Questa volta, a dirla tutta, The Master è autore solo dei testi, perché le musiche le ha scritte quell’altro pivellino di Bernstein e il concept narrativo va a spulciare invece in una storiella di portata vagamente universale scritta tanto tempo fa da un tale Guglielmo Shakespeare.
In altre parole… metti che Giulietta si chiama Maria e Romeo si chiama Tony, metti che Verona assomiglia al West Side di New York… ed eccoti servito un classicissimo del teatro musicale.
WHERE: Sadler's Wells Theatre - Rosebery Avenue, London EC1R
WHEN: 23rd August 2008, matinee
HOW WAS THE SHOW?
Non potevamo certo perdere questa chance per una serie di motivi: a) come già detto, il nostro “credo” ci impone di non trascurare tutto ciò che sia uscito dalla penna di Stephen Sondheim; b) questa produzione itinerante per l’Europa aveva raccolto enormi consensi; c) era ospitata dal Sadler’s Wells Theatre che si erge ai piedi della salita che conduce verso Angel e da sempre è associata, nel nostro ricordo visivo, al passaggio del N38 tra due file di tronchi scuri coperti da una pioggia di minuscole luci… e questo teatro dedicato alla danza ci attirava a mo’ di magnete ormai da tempo. La nostra uscita teatrale è peraltro stata resa ancora più speciale perché con noi avevamo le nostre due fidate compagne di viaggio dell’estate passata, che non potevano mancare ad una visita londinese e, soprattutto, ad un rendez-vous con la cucina del Busaba!
Tornando però allo show… qualcuno – non facciamo nomi, ma è lo stesso sito che ha recensito “Never forget” con una paccata di stelline – aveva bollato questo West Side Story come vecchio e poco convincente. Ben altra è stata la nostra impressione! Certo, la trama è, come già accennato, sufficientemente nota, a meno che in questi ultimi secoli siate vissuti su un altro pianeta, in un’altra galassia, e nessuno vi abbia mai rivelato che la storia di Romeo e Giulietta non finisce proprio con “e vissero tutti felici e contenti”… ma tale e tanta era l’energia sul palco della compagnia, così intensa l’interpretazione dei principals anche nei momenti un po’ retorici (per esempio in “Somewhere”), così ricco l’allestimento dal punto di vista coreografico e l’impatto visivo dei costumi, che era parecchio difficile restare indifferenti.
E ancora meno facile era restare indifferenti alla voce di Tony, un raro e fortunato mix tra impostazione pressoché lirica e intelligibilità e chiarezza della parola perfettamente preservate! Rimane poco tempo per “digerire” il finale che – scelta non comune nel teatro musicale – lascia gli spettatori nel silenzio di una scena solo recitata senza un reale closing number… che già sgorga caloroso l’applauso per la compagnia schierata al curtain call.
Alla vigilia temevamo un po’ di soffrire l’impianto tradizionale delle musiche, ma lo show è volato via senza mai risultare pesante e, anzi, siamo usciti dal Sadler’s Wells con la viva intenzione a ritornarci quanto prima per confrontarci con uno spettacolo di pura danza - e non avessimo già infarcito la nostra schedule a priori, avremmo già subito il forte richiamo della prima produzione disponibile dopo la chiusura di West Side Story di lì a pochi giorni!!
Nessun commento:
Posta un commento