mercoledì 1 aprile 2009

Auguri...


... e figlio maschio o femmina che sia, sicuramente sarà un successone!

domenica 22 marzo 2009

If the feeling's mutual...

then the future will burst into song,
and it's one wonderful day...


Qualcuno dei nostri lettori potrà pure pensare che iniziamo a suonare un po' ripetitivi, ma tant'è... sulla lista delle opere del nostro beneamato autore di musical, quello che faceva i tramezzini al cetriolo che tanto piacevano al bimbo di Maria Friedman, abbiamo potuto segnare una nuova crocetta tra quelle che abbiamo visto allestite. E questa volta si trattava pure di una mezza rarità, perché questo 'Saturday night' ha avuto una storia curiosa con tante difficoltà prima di finire in scena... tanto che dalla sua composizione negli anni '50 passò quasi mezzo secolo prima del primo allestimento del '97, e da allora fu ulteriormente ritoccato per una run off-Broadway ed è quella partitura che stava alla base della produzione londinese in questione.

WHERE?: Jermyn Street Theatre, 16b Jermyn Street, London. SW1Y 6ST
WHEN?: Friday 20th, February 2009
HOW WAS THE SHOW?

Ancora un allestimento di quelli per i quali se non sono factotum, non li vogliamo nel cast... ovvero cari attori, vedete pure di cantarvele e suonarvele da voi! E ancora una volta, complice lo spazio davvero intimo del teatro di Jermyn st. la formula funziona parecchio bene. E quando diciamo intimo, intendiamo così intimo che i performer non erano neppure microfonati!
La particolarità di questa opera prima di Sondheim è che il soggetto è leggero e frizzante, come uno si aspetta, in fondo, da un musical concepito negli anni '50 e ambientato a fine anni '20, ma tra i fraintendimenti, gli equivoci e i mille casini nei quali si infila il protagonista, Gene, all'inseguimento di una vita "da ricco", si fanno strada comunque le soluzioni compositive tipiche dell'autore che poi si affermeranno in tutta la sua produzione successiva. L'uso di armonie corali intricate, le scelte mai casuali di parole che si inseguono nei testi quasi come scioglilingua e che offrono tra le righe una lettura ironica ed intelligente di ciò che accade in scena... erano già lì, al primo passo di una lunga serie di creazioni... Certo, sarebbero maturate e raffinate nel tempo, ma è stato affascinante riconoscere anche in quella prima opera giovanile la mano che poi avrebbe scritto titoli ben più celebri e, in un certo senso, più complessi.
"Saturday night" si chiude, per altro, con un happy ending che è anche una lezione di vita a Gene, il quale comprende che ha ben poco valore inseguire quella vita "da ricco" che è in realtà fuori dalla sua portata e accetta con gratitudine un lavoro nella azienda del papà di Helen, il suo amore appena incontrato e che è responsabile della sua maturazione, anche se probabilmente lo escluderà da quel "giro" di quattrini che c'è intorno a Wall Street (ma che, come ha imparato a sue spese, può anche aiutarti a fregarti con le tue stesse mani...), così come Helen è ben felice di stare al suo fianco a Brooklyn e di lasciare che Manhattan con tutto il suo glamour sia dall'altra parte del ponte.
Quanto al cast, brilla su tutti David Ricardo-Pierce (Gene) sia vocalmente, sia per l'interpretazione piena di entusiasmo, e gli fa da degno contraltare Helena Blackman (Helen), ma anche nei supporting roles c'è talento in abbondanza, coniugato in tutte le sue forme espressive (compresi una coreografia sulle punte, il juggling di strumenti diversi e la versatilità attoriale!)

E per finire... un grosso in bocca al lupo alla produzione che, in questo periodo di credit crunch e dintorni, tra show che chiudono e zozzerie (come direbbe Nerwen) che invece resistono imperterrite, terminata la run a Jermyn st. è attesa da un prolungamento al London's Arts Theatre dal 25 marzo all'11 aprile!

sabato 21 marzo 2009

Springtime in London

Alla faccia di credit crunch, catene di negozi che ti chiudono da un giorno all'altro davanti agli occhi, Marks & Spencer sezione cibo che da supermercato di lusso è diventato più economico del peggio Lidl che sennò non vende un benemerito spotted dick (aka il dolce più schifoso dell'universo dopo il Christmas pudding), qui si continua ad andare a teatro...anche perché spesso Nerwen o ha tickets aggratis o comunque molto scontati e ringraziando il cielo il mondo fringe ancora nasconde notevoli perle.


Breve riassunto di quanto visto negli ultimi dieci giorni

10.03 - Austentatious, Landor Theatre - Clapham

Un musical che ha anche solo un vago sentore di Jane Austen???? Miooooooo!
Il cast poi era anche molto interessante con CJ Janson, già stand by Elphaba e in Tick ,Tick ..Boom! ma che non avevo mai visto in azione, l'eterno Nikkie (incrocio tra Nicky e Trekkie) Simon Lipkin, l'ex Hairspray multitasking Fem Belling e il Brad dell'ultimo tour del RHS, Richard Meek.
Non penso di aver mai riso così tanto in vita mia come negli ultimi 20 minuti di questo show. E' una play within a play in cui una compagnia scalcagnata vuole mettere su una versione molto alternativa di Pride and Prejudice ideata dal personaggio un tantinello show off della Belling che include momenti tersicorei tra le sorelle Bennett, un Mr Bigley che conquista l'amore di Jane salvandola da un pericoloso orso meccanico, Wickham e Lydia che fuggono a Manhattan su una nave di pirati (prima doveva essere Amsterdam con tanto di danza sui tipici zoccoli) ed Elizabeth che convince Lydia a tornare indietro dopo averla battuta in una estenuante gara di tip tap. E alla fine Darcy bacia appassionatamente Wickham e quasi tutti vivono felici e contenti.
Vi ricordavate il libro un po' diverso? Ah perché da questa storia ci hanno fatto un libro (cit. regista della play)?
Purtroppo chiude il prossimo 28 marzo, ma iniziano a girare voci di un transfer nel West End, che meriterebbe appieno, si spera in un teatro di quelli piccini e con politica di prezzi adeguata.

11.03.2009 - Zorro - Garrick Theatre


Personalmente non ho mai fatto la schifiltosa quando si parla di musical juke box, ovvero di spettacoli musicali in cui i brani sono tratti dal repertorio di qualche cantante/band. Nel caso di Zorro la band prescelta erano i Gipsy Kings ma confesso che se non fosse stato per la solita amica che non parla bene inglese ma vuole vedere un musical, probabilmente non sarei andata già lo scorso novembre, terrorizzata da due ore e passa di Bambolei e Djobi Djoba. E avrei sbagliato. Per cui quando è arrivata la notizia della chiusura anticipata (sigh!), sono stata ben felice di assecondare Nerwen e tornarci.
Lo spettacolo è molto divertente e carino, alcuni numeri di danza notevoli e soprattutto gli interpreti principali sono braverrimi: Matt Rawle rientra nella categoria bono e bravo, bravo e bono e il suo Diego de La Vega/Zorro (oops ho spoilerato!) è tanto cheeky, Lesli Margherita è una gnappetta carinissima con una voce da paura ed un talento mostruoso nell'insieme, Emma Williams a me è piaciuta in tutto quello in cui l'ho vista e qui è stata solo una conferma. Una menzione speciale al simpatico panzone Sergente "Si, mi capitan" Garcia e al cattivo Ramon che è stato booooato al curtain call come il peggiore cattivo da panto.

16.03.2009 - Dirty Dancing - Aldwych Theatre

Se ne parlo è solo perché vorrei evitare ad altri questa esperienza assolutamente traumatica di trovarsi davanti ad una delle più grosse schifezze che siano mai state allestite in un teatro. Chiunque occuperà l'Aldwych dopo 'sto scandalo, faccia disinfettare per bene tutto perché secondo me lo spirito del tronco che si abbassa per farci camminare sopra Johnny e Baby rischia di infestare il palco per i secoli a venire, altro che lo chandelier del Phantom!
Immaginate un musical in cui i due protagonisti non cantano una nota...no, non c'è la Hunziker che canta in playback, proprio non è previsto che emettano un suono su un pentagramma che è uno. In compenso ci sono un sacco di brani tratti dal film che vengono suonati direttamente da un lettore CD o simili e non dall'orchestra, degli effetti speciali su chroma key degni dei varietà televisivi degli anni '80, con la famosa scena del sollevamento in acqua che non è ridicola, è oltre, e la scena della prima volta tra i due dement...ehm protagonisti che ci viene pure proposta in un'immagine in alto che c'ha fatto un tantinello rivoltare le budella e meno male che non avevamo cenato prima dello spettacolo.
Inoltre dietro di noi c'era la parte femminile della famiglia De' Buzziconis che nel corso del primo atto non s'è stata zitta un attimo, durante l'intervallo s'è cantata un West End mix da pigliarle a schiaffi a due a due fino a quando non diventavano dispari, fino a quando il loro vicino con il meglio tono British understated gli ha fatto gentilmente notare che magari loro non se ne accorgevano, però il loro parlottare e cantare continuo era fastidioso per chi gli stava vicino. A Roma ci sarebbe stato da chiamare il 113...
Da notare che nel merchandise c'erano dei bavaglini con scritta la famosa frase "Nobody puts baby in a corner". Poi dice perché uno da grande diventa serial killer...

20.03.2009 - Maria Friedman Sings Sondheim - Cadogan Hall

Ho già detto vero quanto i BIB adorano questa gran donna? Ecco dopo averla sentita farsi un'ora e quaranticinque di canzoni di Sondheim, intrepretandole una per una, sono sempre più convinta che lei e Sondheim sono qualcosa di spaventosamente simbiotico.
La scorsa volta che me l'ero gustata ai Trafalgar Studios a novembre nella reprise del suo Re-arranged, Sondheim in persona era tra il pubblico se l'è guardata con profondo amore paterno per tutto lo show.
Ieri sera, con il mero supporto di un pianoforte e di un violoncello, la Friedman si è superata, toccando un po' tutte le opere del suo maestro.
Peccato che l'acustica della Cadogan nelle prime file è proprio pessima e che avevo seduta vicino una cavolo di italiana che ha appestato la sua povera amica autoctona con i suoi racconti di musical visti in passato a Londra con tanto di name dropping di cast, della sua conversazione con Boubil che gli avrebbe detto che non portava Les Mis in Italia perché sennò gli italiani non sarebbero andati mai a vederlo in quanto avrebbe perso il suo gusto "esotico" (!?!?!?), con una sua analisi assolutamente assurda sul perché in Italia i musical non andavano, dei suoi favolosi nipoti e altro che ho rimosso.

E venerdì prossimo tocca a Roberto Bolle (ovvero colui che cerca tanto una fidanzata e spera tanto di trovarne una uguale alla Diana Wonder Woman di Jean Claude di Mai Dire...), che si spera sia molto poco vestito che c'abbiano da reggere due ore e passa di balletto e vogliamo ne valga la pena.

mercoledì 25 febbraio 2009

. . . litora, multum ille et terris iactatus et alto

C’è voluto un lungo periodo di preparazione… audizioni su audizioni per selezionare il cast, settimane di prove per ricostruire in ogni minimo dettaglio l’allestimento originale, ma, alla fine, conclusa la felice run on Broadway e raccolta una manciata di Tony, “Spring Awakening” ha attraversato l’oceano è si è stanziato in quel di Hammersmith, dove la bella struttura del Lyric Theatre (un po’ camuffato da Caffè Brera, a dirla tutta… un altro po’ e saremmo arrivati a teatro in ritardo!) lo ospita da qualche settimana, in attesa del meritato transfer al Novello Theatre.

Dopo avere sperimentato meno di un anno fa il fascino dell’allestimento in quel di New York, i vostri Bad Idea Bears si erano ripromessi di rivedere lo show, e quale migliore occasione poteva esserci della possibilità di scoprire come si era trasformato sul suolo UK?

WHERE? Lyric Hammersmith Theatre



WHEN? 21st February 2009



HOW WAS THE SHOW? Beh, ferme restando le considerazioni di allora, per gli elementi più positivi e quelli che qualche dubbio ce lo lasciavano a livello compositivo, lo show conserva un impatto visivo al quale è difficile restare indifferenti, tanto sapiente è l’uso delle luci. Il palco è decisamente spoglio, e ben pochi sono i props chiamati in causa, ma questo non limita in alcun modo l’efficacia della rappresentazione. Il cast inglese, formato da giovanissimi per la maggior parte al loro debutto, convince per l’energia e l’entusiasmo e per il talento distribuito a larghe mani - Iwan Rheon (Moritz) su tutti, ma pure Charlotte Wakefield (Wendla), Aneurin Barnard (Melchior) e Jamie Blackley (Hanschen) stupiscono per l’intensità con la quale danno vita ai loro personaggi.

Detto tutto ciò, ed essendo un po’ scontata l’approvazione per una produzione di qualità che arriva, finalmente, in un panorama londinese zeppo di chiusure anticipate e di show che immeritatamente continuano ad avere la sorte dalla loro parte… i vostri cari orsetti vorrebbero condividere con voi la sensazione bizzarra che si è impadronita di loro quando alcuni interpreti sono comparsi in scena. Bando alle ciance, quindi, e via con un episodio inedito di “Separated at birth?”



Aneurin Barnard – Elijah Wood


Charlotte Wakefield – Emma Watson




Iwan Rheon – Matthew Horne

Jamie Blackley - Richard Gasquet


E – speriamo di non introdurre qui spoiler per nessuno… – potete immaginare l’attimo di smarrimento, quando “I believe” ci ha proposto un incontro molto, molto ravvicinato tra “Frodo” ed “Hermione”, in un improbabilissimo cross-over tra Middle-earth e Castello di Hogwarts!!?

martedì 10 febbraio 2009

Rapporti di buon vicinato

Lettera autentica trovata dalla YB nella sua cassetta delle lettere a Roma.

NB: il complesso di appartamenti in cui si trova quello della YB è composto da 6 scale da 25 appartamenti l'una...e ce credo che il tipo ci ha rinunciato alle presentazioni porta a porta!
(cliccate sulle immagini per ingrandire)


mercoledì 21 gennaio 2009

Momento Rieducational Channel


Non si sa bene quanto queste online petitions siano efficaci, però ci si prova...

Se tra i quattro gatti lettori ci sono degli appassionati del vecchio Zio Will, di David "Doctor Who" Tennant nonché qualcheTrekker, qui si può firmare per questa petizione che richiede l'uscita in DVD del favoloso allestimento di Hamlet della Royal Shakespeare Company con appunto Tennant nel ruolo principale e Patrick Stewart in quello di Claudius/The Ghost.
E che sia favoloso non lo dicono solo le recensioni entusiaste che detto allestimento ha raccolto tanto nel run estivo a Stratford che in quello invernale londinese, con o senza Tennant, ma anche la YB che lo ha visto con i suoi umili occhi insieme a Nerwen che ne parla qui.

Insomma, firmate numerosi!


giovedì 15 gennaio 2009

Into the woods and through the fear…

... you have to take the journey!

E siccome l'anno vecchio si era chiuso con Sondheim… non era forse il caso che l'anno nuovo venisse immediatamente aperto con un po' di Sondheim time? La possibilità ghiotta ci è stata offerta da una produzione decisamente off-West End, dichiaratamente a budget ridotto, ma non per questo povera di ingegnosità nell'allestimento o di qualità esecutiva…

WHERE: Upstairs at the Gatehouse, Highgate Village – London, N6 4BD
WHEN: Saturday, 3rd Jan. 2009
HOW WAS THE SHOW?:

La venue: il tipico performance space ricavato sopra un pub, questa volta nel villaggio di Highgate, ovvero un trivio con due bottegucce e, appunto, il pub. Ad accogliere il pubblico all'ingresso una ragazza della produzione che ti controlla il biglietto e dice "welcome to the woods!" e, a dire il vero, varcata la soglia e preso posto sui (non scomodi… molto, molto peggio!) seats ci si trova decisamente catapultati nella dimensione di 'Into the woods', perché, come spesso accade in questo tipo di produzione, non solo il confine tra palcoscenico e pubblico è a dir poco virtuale, ma addirittura si spinge tra i seats stessi, dove parte del cast prenderà posto a più riprese.
Quando lo show prende il via, realizziamo immediatamente che questo allestimento che va in scena a cavallo del periodo festivo di fine anno prende in prestito più di qualche elemento dalla forma di intrattenimento teatrale più tipica della stagione – la panto – per proporne al pubblico una in cui il materiale è decisamente più strutturato e profondo, ma la messinscena gioca spesso e volentieri con quella naivetè che è propria del racconto destinato ai bambini. E dato che il libretto stesso si propone di scompaginare un bel po' di fiabe della tradizione rileggendole da un punto di vista molto diverso dal solito, e indagando poi su che cosa succede nel mondo delle favole dopo quel "e vissero tutti felici e contenti" al quale ci hanno abituati da bambini… l'idea non è affatto malvagia.
Così, Florinda e Lucinda, le sorellastre di Cinderella, sono interpretate da due attori in drag, come in ogni panto che si rispetti… a rappresentare Milky White, la mucca "best friend" di Jack c'è un buffo accrocchio che di bovino ha molto poco… le soluzioni di scena per rappresentare il sangue, le trasformazioni, gli effetti magici sono talmente semplici e dichiaratamente "in your eye" che strappano risate più che sembrare "cheap"…
A fare da contraltare a questa giocosità c'è, però, la scrittura del musical che è, al solito, ricca di trovate geniali, sia dal punto di vista musicale, sia per quanto riguarda i testi… le situazioni in cui si trovano i personaggi, in buona parte, ci sono note dall'infanzia, ma la rilettura che ne viene data è ora spiazzante, ora al limite della caricatura e pertanto naturalmente comica ("Agony", il duetto dei due principi che cantano di quanto sia struggente e doloroso cercare di conquistare le rispettive innamorate tanto difficili da raggiungere ne è un chiaro esempio!). Efficace poi la soluzione utilizzata per l'ambientazione, per cui proiezioni su uno schermo hanno dato vita ai vari luoghi nei quali si svolge la trama ed hanno fatto da sfondo alle immagini registrate dei personaggi che non potevano essere materialmente in scena in quel momento, dato che i loro interpreti erano già in scena nei panni di altri (come nel caso dei principi di cui sopra, che erano anche le sorellastre, uno di loro era anche il Lupo, etc.). Il caso per altro ha voluto che incontrassimo il grafico che ha creato le proiezioni un paio d'ore prima dello show, perché è un collega di Nerwen!

Dal punto di vista interpretativo, il cast ci ha più che convinto in certi casi, ed in particolare con il Baker di Dominic Brewer e la Baker's Wife di Rachel Bingham , e soprattutto con la Cinderella della bravissima Emma Odell e la Little Red Riding Hood di Lauren Appleby. Un po' deludenti, invece, la Strega di Susan Kyd e il Jack di Daniel Summers. Segnaliamo invece la prova poliedrica di Shimi Goodman, non solo per la bella e facile vocalità, ma per le risate regalate dalla sua "principesca" falcata nell'attraversare il palco "al galoppo" e per averci proposto il Lupo cattivo più camp della storia!