lunedì 25 febbraio 2008

And the winner is...


E che mancava domenica sera? Il tappeto rosso c’era, le star di Hollywood pure (Kevin Spacey baby, mica pizza e fichi, Kaiser Sauzee in person nonché Daniel "Harry Potter" Radcliffe), le altre celebrities sedute tra il pubblico, check, il trofeo urendo, check, i presentatori che vogliono fare gli spiritosi ma ci riescono solo in parte, check, speeches con ringraziamenti e foglietto da cui leggere le peggio frasi retoriche e i nomi di tutta la produzione, check. Insomma si stava meglio al Lyric che a Los Angeles no? No? Evvabbé, che quattro gatti difficili che siete!

Per la prima volta in otto anni di gloriosa esistenza i Whatsonostage.com awards hanno celebrato con un concerto la consegna dei premi assegnati dal pubblico che ha votato online i musical e le plays del 2007 e l’idea non è stata malvagia, anche se alcune performance me le sarei risparmiate volentieri. No, ogni riferimento a

1) due brani due da The Light in the Piazza (e meno male che c’hanno risparmiato i pezzi in italiano) nell’ambito della celebrazione dei musical di B’way che ancora non sono arrivati da questa parte del pond nonostante ringraziando il cielo lo show abbia chiuso da un po’. E che nessuno pensi di portarlo a Londra, grazie;

2) Un Mama who bore me da Spring Awakening eseguita modello tarantolato;

3) Ben James Ellis che è un cane oltre che un cafonazzo: “thank god I’m not Joseph”: ma se quando t’hanno eliminato un altro po’ andavi da Sir Andrew Lloyd Leather (il giacchetto che indossava gosh.. :pukes:, ma manco Hutch nei momenti migliori!) e gli tiravi contro il tuo orsacchiotto preferito! A regazzi’ a votare sono prevalentemente le squinzie e per questo hai vinto qualcosa, in un award teatrale serio manco ad accompagnare la gente per tre passi come ai Brit Awards te vogliono!

3) Il mai troppo denigrato Never Forget Megamix che ha fatto da numero finale. Non ce la faccio a dire altro se non “all I do each night is pray, hoping that you’ll be vacating the Savoy in less than a day”;

non è puramente casuale.

Le highlights della serata:

1) Harry Potter and the History Boy snog. Daniel è stato un mito: il presentatore un po’ tanto invadente che era nel cast originale di The History Boys gli è letteralmente saltato addosso con tutta la sua non indifferente mole e lui dopo ‘sto bacio ha ripreso una compostezza che levati. Peccato che c’abbia un gusto nel vestire un po’ come dire...antico.

2) Bertie Carvel e Lara Pulver che eseguono All the Wasted time da Parade...:chills down my spine: mio marito è un genio!

3) Michael Ball seduto in un palco adiacente al mio posto che si è cantato qualsiasi cosa dietro a chiunque fosse sul palco, incluso il Diamonds are a girl’s best friends delle due scosciatissme Christine attuali trincando bottiglie di vino bianco.

4) Lee Mead, perché c’era, ‘nuff said.

5) Shaun Escoffery che non ho visto in platea ma che mi ha letteralmente sfiorata fuori dal teatro con tanto di coccolone. Il mio piumino non vedrà mai più una tintoria, che si sappia.

6) Il mooning di Oliver Thompsett, che mi ha fatto dimenticare per un attimo che l’archetto non gli funzionava poverino, mentre cantava di vacanze in Spagna che gli avevano cambiato la vita.

7) Sharon D Clarke :more chills down my spine: che canta la storia di una prostituta di Brixton nell’ambito della presentazione della nuova stagione del King’s Head dove dovrò andare prima o poi visto che ce l’ho letteralmente sotto casa.

8) La sorpresa Buddy ovvero tutto quello che avreste voluto fare con un contrabbasso ma non avete mai osato eseguire. Mortacci che bravi!

9) Il fischio da scaricatore del porto di Doncaster (che è vicina al mare più o meno come Milano ma chissene) di Sheridan Smith [no BBB, Pòl Chiting non c’era].

Menzione speciale per i due Princeton/Rod Jon Robyns e Daniel Boys e per “I miss the music” da Curtains, l’omaggio di Kander allo scomparso Ebb.

giovedì 7 febbraio 2008

Olivier 2008

Non sono i (cit. Carmen Ghia) "Tony Tony Tony Tony Tony Tony" né come rilevanza pratica né soprattutto come tipo di cerimonia (sono anni che non viene trasmessa in televisione, accidenti a loro!), ma i candidati musical-i di quest'anno agli Olivier hanno il loro perché anche se a dirla tutta, di veramente nuovo c'è pochino tra cose che giravano già a Broadway da un po' e riedizioni...
La fa da padrone Hairspray con ben 11 nomination, ma molto bene hanno fatto anche lo splendido Parade, la deliziosa riedizione di Little Shop of Horrors (niente nomination per Pòl Chiting però e il BBB si dispera ;-) ) e, a sorpresa, l'immeritatamente sfortunato The Drowsy Chaperone.
Ah si, c'è pure the Lord of the Rings ... anche se (cit. Parade) "it don't make sense to me".


Di seguito i candidati, limitatamente al settore musical (per alcuni premi "tecnici" si mischiano però prosa e musical)

BEST NEW MUSICAL

- THE DROWSY CHAPERONE
- HAIRSPRAY
- THE LORD OF THE RINGS
- PARADE

BEST MUSICAL REVIVAL

- FIDDLER ON THE ROOF
- LITTLE SHOP OF HORRORS
- THE MAGIC FLUTE- IMPEMPE YOMLINGO

BEST ACTRESS IN A MUSICAL

- Leanne Jones for HAIRSPRAY
- Lara Pulver for PARADE
- Sheridan Smith for LITTLE SHOP OF HORRORS
- Summer Strallen for THE DROWSY CHAPERONE

BEST ACTOR IN A MUSICAL

- Michael Ball for HAIRSPRAY
- Bertie Carvel for PARADE
- Henry Goodman for FIDDLER ON THE ROOF
- Bob Martin for THE DROWSY CHAPERONE

BEST PERFORMANCE IN A SUPPORTING ROLE IN A MUSICAL

- Tracie Bennett for HAIRSPRAY
- Elinor Collett for HAIRSPRAY
- Shaun Escoffery for PARADE
- Alistair McGowan for LITTLE SHOP OF HORRORS

BEST DIRECTOR

- Rob Ashford for PARADE e
- Marianne Elliott and Tom Morris for WAR HORSE
- Rupert Goold for MACBETH
- Jack O'Brien for HAIRSPRAY

BEST THEATRE CHOREOGRAPHER

- Rob Ashford for PARADE
- Jerry Mitchell for HAIRSPRAY
- Casey Nicholaw for THE DROWSY CHAPERONE
- Toby Sedgwick for WAR HORSE

BEST LIGHTING DESIGN

- HAIRSPRAY designed by Kenneth Posner
- THE LORD OF THE RINGS designed by Paul Pyant
- MACBETH designed by Howard Harrison
- WAR HORSE designed by Paule Constable

BEST SET DESIGN

- HAIRSPRAY designed by David Rockwell
- THE LORD OF THE RINGS designed by Rob Howell
- MACBETH designed by Anthony Ward and Lorna Heavey
- WAR HORSE designed by Rae Smith and Handspring Puppet Company

BEST COSTUME DESIGN

- THE DROWSY CHAPERONE designed by Gregg Barnes
- HAIRSPRAY designed by William Ivey Long
- THE LORD OF THE RINGS designed by Rob Howell
- THE MAN OF MODE designed by Vicki Mortimer

BEST SOUND DESIGN

- HAIRSPRAY designed by Steve C. Kennedy
- THE LORD OF THE RINGS designed by Simon Baker
- PARADE designed by Terry Jardine and Nick Lidster
- SAINT JOAN designed by Paul Arditti with music by Jocelyn Pook
- WAR HORSE designed by Christopher Shutt with music by Adrian Sutton and John Tams


Gli awards verranno consegnati il prossimo 9 marzo.

lunedì 4 febbraio 2008

Everybody’s got the right to their dreams…

Una frase che l’addetto alla fermata di Clapham North ha pure selezionato come frase del giorno…

Una frase che sintetizza l’American Dream di un paese in cui tutto o quasi è possibile e in cui ciascuno può realizzare i propri sogni… ma quanto di questa immagine corrisponde al vero? Anche prima di 9/11 evidentemente qualcosa non funzionava negli US of A, se è vero che, per alcuni cittadini di quella America, frustrazione, insoddisfazione e desiderio di ribellione, coniugati in varie forme, sono stati in diversi momenti della storia canalizzati in un gesto estremo incredibilmente “theatrical” e “loud”: l’assassinio (anche solo tentato) di un presidente USA, che non è l’omicidio del singolo, ma il simbolico annientamento di ciò che la sua figura rappresenta, degli squilibri e delle ingiustizie del paese di cui è alla guida, il grido di disperazione di qualcuno che vuole fare sentire la sua voce dal mondo intero.

Questo il tema di fondo che sta dietro ad “Assassins”, tema apparentemente improbabile per un musical, ma che – come in altre opere scaturite dalla mano e dalla mente di Stephen Sondheim – costituisce l’impalcatura per una creazione in cui lo spettatore è chiamato a pensare, a riflettere, ad emozionarsi, condotto per mano dall’autore al cospetto di un gruppo di curiosi personaggi che tuttavia rappresentano, a modo loro, debolezze e fragilità umane universali. Sono le storie di 9 persone che, seguendo ora un impulso omicida, ora un credo politico portato all’esasperazione, hanno provato o sono riusciti a cambiare di fatto la storia del mondo e a provocare grosse dosi di sofferenza. A rendere surreale la situazione è il fatto che nel corso del musical assassini che provengono da momenti storici diversi si incontrano , si parlano ed uniscono le loro voci nel canto (Sondheim anche in questo caso è impareggiabile nella scrittura dei numeri di insieme in cui, in contrappunto, personaggi diversi contribuiscono insieme a raccontare una storia, a completare un puzzle di informazioni…). Ci sono derisione, commiserazione, risate, orgoglio e rabbia miscelati ad abbondanti dosi di humour nero. Ciascuno degli assassini ha una storia che lo rende unico e differente dagli altri, prima di quel punto di arrivo comune, ed è particolarmente d’impatto il pensiero che quel 'finale' leghi insieme le esistenze di un tale mosaico di varia umanità.

WHERE? Landor Theatre, 70 Landor Street, London, SW9 9PH
WHEN? 2nd February, 2008
HOW WAS THE SHOW?

In quel di Clapham North si è appena conclusa la (brevissima!) run di questa produzione di ‘Assassing’ con cui debutta una casa di produzione nuova di zecca (West72nd). L’allestimento, reso particolarmente intimo e inevitabilmente “in-your-face” dall’ambiente di scena, non può certo lasciare indifferenti. Ogni più piccolo dettaglio è a portata d’occhio e di orecchio, e vedersi puntare contro una selva di pistole, anche se props, è un’esperienza curiosa… Dopo un inizio che vede disgraziatamente la (minuscola) orchestra coprire la voce del ‘Proprietor’, lo show decolla e raggiunge una grande intensità interpretativa, soprattutto grazie alle prove di Jeff Nicholson (Guiteau), Graham Weaver (Hinckley), Christopher Ragland (Booth), Nathan Kiley (Balladeer), Kris Webb (Byck) e Jenni Bowden (Sarah Jane Moore), giovani interpreti zeppi di talento che hanno dato vita in scena a quel mosaico di piccoli perdenti con le loro manie, i loro punti deboli e quel pizzico di follia che li ha portati a commettere il gesto estremo.
Qualche piccola perdonabile pecca qua e là - qualche svirgolata negli accenti che d’improvviso abbandonano lo standard American per tradire le origini britanniche di quasi tutto il cast, oppure la necessità di qualche ripetizione di italiano per restituire “senzo” compiuto e “rivavvivare” le parole di Zangara - ma per il resto un allestimento davvero interessante che avrebbe meritato una run più lunga… con una sola, piccola, grande eccezione. Cui dedichiamo la chiusura del post, perché meglio conoscerla… per poterla evitare!


Lei. April Small.
La vera “cagna” su un palco. Quella che piglieresti a roncolate a due per due finché non diventano dispari…
Guardiamola bene in faccia, please, questa attrice che i Bad Idea Bears si sono ormai segnati sulla lista nera e faranno riti voodoo per non ritrovarsela in scena davanti agli occhi in futuro, colei il cui nome da squaw di Piccola Aprile lascia comunque sperare che la sua carriera non vada troppo oltre il maggio inoltrato…
E’ lei nel ruolo di Lynette Gromme che non solo fa emergere a più riprese il suo accento nativo, non solo qua e là ha qualche difettuccio di emissione e quindi i suoni non sono proprio i più piacevoli che si ricordino (e cantando senza amplificazione i nodi vengono presto al pettine), ma non contenta si piglia una serie improbabile di stecche e, giunti al topico momento di ‘Unworthy of your love’ in duetto con Hinckley, mentre lui esegue meravigliosamente la sua parte, zacchete, eccoti lei che cala paurosamente per intere frasi e soprattutto, noncurante del fatto che le sue corde vocali avevano evidentemente montato un sit-in di protesta contro l’ignobile impiego di note al di sopra del DO centrale, quando si arriva alla parte armonizzata, eccola che carica le sue note a palla, così - deve aver pensato - almeno si rovina tutta la magia del brano per benino, magari a sentirla così credono che la stia facendo brutta apposta!?!?