domenica 30 marzo 2008

The Bad Idea Bears do New York (chapter ONE)

Cry-baby… la roba più grossa a colpire Baltimore dopo le crabcakes! E per certo c’è più di un sottile riferimento, in questa frase usata come slogan dalle parti di Times Square, alla cara Miss Baltimore Crabs di ‘Hairspray’… perché dietro a questa nuova produzione che sta per aprire i battenti on Broadway – tecnicamente si è ancora in fase di previews – c’è proprio il team dell’altro successo musical-e ambientato a Baltimore.

WHERE: Marquis Marriot Theatre, 1535 Broadway, New York, NY
WHEN: March, 21st - evening show (preview)
HOW WAS THE SHOW?:
L’azione, ambientata nel 1954, si rifà al film del 1990 di John Waters che vedeva nei panni del protagonista un certo Johnny Depp e che, in un certo senso, faceva dell’ironia su situazioni alla Grease, sui film con Elvis Presley , raccontando dello scontro culturale e non solo tra gli Squares – i giovani inquadrati che rispettano tutte le regole della società e le convenzioni dell’epoca – e i ribelli Drapes, capitanati dal giovane Cry-baby. La faccenda si complica perché, secondo un prevedibile cliché, scocca la scintilla tra il giovane rockettaro e la bionda e un po’ svampita Alison, allevata dalla nonna…
Complicazioni e loro soluzione si susseguono secondo uno schema consolidato e probabilmente non originalissimo, ma questo musical si propone sostanzialmente come nuovo feel-good title e non ha certo pretese educative o di stimolo alla riflessione. Bei numeri frizzanti e pieni di energia, arricchiti da parti danzate che un po’ mancano al cugino ‘Hairspray’, ma un po’ anche perché per noi Bad Idea Bears era il primo ascolto dello score oltre che la prima visione dello show assoluta, manca forse qualche brano catchy al livello di ‘Good morning Baltimore’, o di ‘You can’t stop the beat’. Ottimo il protagonista, James Snyder, che ha creato il ruolo nella produzione di La Jolla, decisamente notevoli alcuni degli elementi dell’ensemble (did we mention there interesting dance number with very interesting dancers?) e impossibile non apprezzare la prova di Harriet Harris (che gli appassionati di ‘Desperate Housewives’ ricorderanno dalla prima stagione…). Molto meno convincente la performance della protagonista che, forse un po’ limitata dal ruolo di “blonde che scopre l’ammore per il ribelle di turno” (e non ditemi che vi vengono in mente Grease e Footloose… suvvia non cerchiamo il pelo nell’uovo) che non le offre proprio pieno spazio per brillare, ma insomma, non pare esattamente all’altezza della sua posizione come lead in uno show on Broadway.
Attendiamo con curiosità di vedere come sarà recepito dalla critica e quale sarà il successo di pubblico una volta che, terminate le previews, il costo del biglietto ora fissato a 54 bucks, come l’anno in cui si svolge la vicenda, schizzerà verso cifre più abituali per i teatri della zona…
Il giudizio nostro è che sia caruccio, divertente, con alcuni elementi molto buoni anche se spalmati su una trama esile e un po’ già vista… ma che insomma ‘Hairspray’ – per considerare il termine di paragone più prossimo - risultasse più convincente fin dall’inizio.

sabato 29 marzo 2008

How do you re-arrange a song like Maria?


WHERE? Menier Chocolate Factory London
WHEN? 19 March 2008
HOW WAS THE SHOW?

Incantati completamente da questa donna eccezionale lo scorso anno nel concerto Good Thing Going - Simply Sondheim, non appena abbiamo scoperto che ci sarebbe stata una sua serie di concerti alla beloved Menier Chocolate Factory, abbiamo immediatamente acquistato i biglietti per la prima preview.

E che si può dire di una che ha Sondheim come padrino di uno dei suoi figli, il quale bimbo lo identifica come il signore che ha tanti bei giocattoli e prepara ottimi sandwich al cetriolo, e che ha Michel Legrand che le scrive una canzone appositamente per questo show? Giusto inginocchiarsi e dirle “we ain’t worth it!”

Non si sa se per il poco tempo trascorso dalla fine del run o per scelta, ma la scenografia era praticamente la stessa de La Cage, con la differenza che sul palco al posto delle Cagelles c’erano 11 spettacolari musicisti in grado di suonare circa 40 strumenti differenti diretti dai due MD Michael Haslam e Chris Walker.
Maria entra a sorpresa cantando che non sa bene con cosa iniziare, per cui farà per primo il suo numero di chiusura salutando e ringraziando tutti per aver partecipato, per poi a fine canzone osservare dalle quinte che ora non ha qualcosa con qui chiudere... Riparte poi dalla platea (evvabbé, non c’è galleria, ma non stiamo a sottilizzare) cantando Marry me a Little, con la voce un po’ rotta dall’emozione, ma non per questo meno catchy. Ci spiega che questo show è composto da canzoni che ama e che un po’ rappresentano la sua vita e attacca “A child is born” seguita dalla splendida “I won’t mind”. Purtroppo non c’era un programma di sala disponibile, per cui non tutte i brani sono state identificati, ma vale la pena ricordare la versione a cappella di “Tom’s diner” di Suzanne Vega, una versione molto (forse pure troppo) slow di “You’re my sunshine” ed il finale del primo atto col botto “Sunday in the park with Dot” ovvero un medley da SITPWG dal punto di vista di Dot che ci ha totalmente stesi visto l’amore che nutriamo per questo musical e anche preparati alla visione che ci attendeva poi domenica 23...

Da non dimenticare neanche lo splendido pezzo scritto appunto appositamente da Legrand “Le Trombone” che ha consentito agli elementi della band di mettere in mostra tutta la loro abilità nel cambiare strumento con una facilità disarmante. Segnaliamo in particolare il ragazzo che dal fondo del palco alternava xilofono, batteria e percussioni letteralmente saltando dall’uno all’altro!

Nell’intervallo, ancora un po’ overwhelmed, abbiamo fatto ulteriori salti di gioia quando abbiamo visto apparire sul palco l’inconfondibile tavolo di Mrs Lovett ed i suoi infarinatissimi pies. A Maria serviva giusto...a customer! E chi passava di là quella sera ed era seduto in prima fila? Toh, Philip Quast, che aveva abbandonato quel palco proprio una settimanella prima dopo 3 mesi di La Cage! Diciamo che la canzone non è che sia stata proprio eseguita alla perfezione visto che i due hanno iniziato a scherzare tra loro (con Maria che ad un certo punto ha urlato a Quast “Stop upstaging me!”), ma il tutto è stato molto divertente.
E’ stato poi il secondo momento dell’orchestra con un’esecuzione molto alternativa della Ballad of Sweeney Todd mixata con il tema della Pantera Rosa, il tutto condito con altri pezzi sempre tratti da Sweeney.

Altro momento forte è stato il coinvolgimento di un ragazzo del pubblico per “Short People”, che è stato pure costretto a suonare il flauto, con Maria che ha chiesto al pubblico chi era stato costretto ad imparare a suonare quello strumento a scuola, ottenendo un hands up quasi totale (cavolo, ‘ste torture sono internazionali allora?).

Nel finale non poteva mancare il suo cavallo di battaglia Broadway Baby e un bell’Happy Birthday eseguito a sorpresa dalla band visto che questa signora celebrava le sue XX (non si dice l’età di una signora!) primavere that very day.
Bellissima serata, con la Friedman che potrebbe interpretare e cantare pure l’elenco del telefono e ti farebbe cadere la mascella, che sa passare da un momento brillante e spiritoso ad uno drammatico e sentito nel giro di pochi secondi, seriously. E che voce....

Lo spettacolo è alla Menier fino al 4 maggio e merita, di brutto!

lunedì 10 marzo 2008

I'do anything

Ovvero il titolo del nuovo reality di Sir Andrew Lloyd Webber che ricerca un Oliver! e una Nancy per un'altra riedizione di un altro classico che parte da sabato.

Il trailer è un tajo grazie al mitico John "Captain Jack" Barrowman e Denise "BastachenonfaMaureen" Van Outen.