E che mancava domenica sera? Il tappeto rosso c’era, le star di Hollywood pure (Kevin Spacey baby, mica pizza e fichi, Kaiser Sauzee in person nonché Daniel "Harry Potter" Radcliffe), le altre celebrities sedute tra il pubblico, check, il trofeo urendo, check, i presentatori che vogliono fare gli spiritosi ma ci riescono solo in parte, check, speeches con ringraziamenti e foglietto da cui leggere le peggio frasi retoriche e i nomi di tutta la produzione, check. Insomma si stava meglio al Lyric che a Los Angeles no? No? Evvabbé, che quattro gatti difficili che siete!
Per la prima volta in otto anni di gloriosa esistenza i Whatsonostage.com awards hanno celebrato con un concerto la consegna dei premi assegnati dal pubblico che ha votato online i musical e le plays del 2007 e l’idea non è stata malvagia, anche se alcune performance me le sarei risparmiate volentieri. No, ogni riferimento a
1) due brani due da The Light in the Piazza (e meno male che c’hanno risparmiato i pezzi in italiano) nell’ambito della celebrazione dei musical di B’way che ancora non sono arrivati da questa parte del pond nonostante ringraziando il cielo lo show abbia chiuso da un po’. E che nessuno pensi di portarlo a Londra, grazie;
2) Un Mama who bore me da Spring Awakening eseguita modello tarantolato;
3) Ben James Ellis che è un cane oltre che un cafonazzo: “thank god I’m not Joseph”: ma se quando t’hanno eliminato un altro po’ andavi da Sir Andrew Lloyd Leather (il giacchetto che indossava gosh.. :pukes:, ma manco Hutch nei momenti migliori!) e gli tiravi contro il tuo orsacchiotto preferito! A regazzi’ a votare sono prevalentemente le squinzie e per questo hai vinto qualcosa, in un award teatrale serio manco ad accompagnare la gente per tre passi come ai Brit Awards te vogliono!
3) Il mai troppo denigrato Never Forget Megamix che ha fatto da numero finale. Non ce la faccio a dire altro se non “all I do each night is pray, hoping that you’ll be vacating the
non è puramente casuale.
Le highlights della serata:
1) Harry Potter and the History Boy snog. Daniel è stato un mito: il presentatore un po’ tanto invadente che era nel cast originale di The History Boys gli è letteralmente saltato addosso con tutta la sua non indifferente mole e lui dopo ‘sto bacio ha ripreso una compostezza che levati. Peccato che c’abbia un gusto nel vestire un po’ come dire...antico.
2) Bertie Carvel e Lara Pulver che eseguono All the Wasted time da Parade...:chills down my spine: mio marito è un genio!
3) Michael Ball seduto in un palco adiacente al mio posto che si è cantato qualsiasi cosa dietro a chiunque fosse sul palco, incluso il Diamonds are a girl’s best friends delle due scosciatissme Christine attuali trincando bottiglie di vino bianco.
4) Lee Mead, perché c’era, ‘nuff said.
5) Shaun Escoffery che non ho visto in platea ma che mi ha letteralmente sfiorata fuori dal teatro con tanto di coccolone. Il mio piumino non vedrà mai più una tintoria, che si sappia.
6) Il mooning di Oliver Thompsett, che mi ha fatto dimenticare per un attimo che l’archetto non gli funzionava poverino, mentre cantava di vacanze in Spagna che gli avevano cambiato la vita.
7) Sharon D Clarke :more chills down my spine: che canta la storia di una prostituta di Brixton nell’ambito della presentazione della nuova stagione del King’s Head dove dovrò andare prima o poi visto che ce l’ho letteralmente sotto casa.
8) La sorpresa Buddy ovvero tutto quello che avreste voluto fare con un contrabbasso ma non avete mai osato eseguire. Mortacci che bravi!
9) Il fischio da scaricatore del porto di Doncaster (che è vicina al mare più o meno come Milano ma chissene) di Sheridan Smith [no BBB, Pòl Chiting non c’era].
Menzione speciale per i due Princeton/Rod Jon Robyns e Daniel Boys e per “I miss the music” da Curtains, l’omaggio di Kander allo scomparso Ebb.