sabato 13 settembre 2008

At the Fringe...

Le BIB-vacanze sono state parecchio epicuree quest’anno, tanto per fare una cosa nuova, e tutto è iniziato ad Edinburgh, dove ci siamo recati appositamente per gli ultimi giorni del Fringe Festival, ovvero.. tutto quello che vorreste vedere a teatro di nuovo e consolidato, originale e ritrito, molto dilettante e semi-professionista e chi più ne ha più ne metta a riempire un programma della manifestazione che è in realtà un tomo da fare impallidire il catalogo IKEA e da mettersi in seria concorrenza con le Yellow Pages di London East!

Non essendo mai stati in questa deliziosa città, che ci sentiamo di consigliare vivamente per una visita, e volendo fare anche del sano, umido sightseeing (su, in fondo un giorno di sole e cielo limpido lo abbiamo anche avuto, è pure sempre la Scozia, mica Sharm-el-Sheik...) ci siamo "limitati" alla visione di soli 3 show in 2 giorni, ma il progetto di una full immersion da ripetere il prossimo anno per un periodo più lungo ci sta ronzando abbastanza pesantemente per la testa. Per il momento non proviamo neppure a visualizzare in cosa ciò si potrebbe tradurre, perché sfogliando il suddetto catalogo era tutta una serie di "oh, ma dai, hanno fatto questo?" e "noooo, non ci credo, facevano..." che insomma, fa pensare a overdose teatrali non esattamente per tutti!

Show No. 1
Songs for a New World by Jason Robert Brown - C2
Della serie “e c’è qualcosa di JRB, che ce lo perdiamo?”, questo musical molto atipico è stata la nostra prima scelta. Non c’è una trama, è più un concept album che non un musical, una sequenza di brani cuciti insieme con il filo comune ben delineato dall'opening number: tutto si gioca in quell'istante in cui devi prendere una decisione, e quella decisione può cambiarti la vita, nel bene o nel male
And oh, you're suddenly a stranger
There's no explaining where you stand
And you didn't know
That you sometimes have to go
‘Round an unexpected bend
And the road will end
In a new world

Ogni canzone è il racconto di un frammento di vita, il finale a sorprendere chi ascolta con un esito inatteso, talvolta non proprio con toni da happy ending. L’originale aveva 4 attori (due uomini e due donne) che si alternavano, questa versione della Rubber Duck Company presentava una femminuccia in più.
La location era una specie di scantinato, la scenografia assolutamente essenziale (forse inesistente è il termine più adatto) come doveva essere, eravamo veramente 4 gatti e gli interpreti hanno avuto alti e bassi, in particolare uno dei due maschietti doveva avere qualche problemino perché ogni tanto sembrava proprio che la voce non uscisse.
Per motivi un po’ lunghi da spiegare (ma vabbè, se state bravi poi un giorno ve la spieghiamo pure...), abbiamo nel cuore la splendida “I’m not afraid of anything” (praticamente la colonna sonora di questa vacanza) e molto belle sono anche “Stars and the moon”, “King of the world”. JRB rules, as usual!

Show No. 2
Zanna don’t – European Premiere - George in the Square 1
Ebbravi i ragazzi della Royal Scottish Academy of Music and Drama che hanno rappresentato per la prima volta in Europa questo very much feelgood musical, facendo divertire noi e il resto del non giovanissimo pubblico che ci circondava e facendoci uscire tutti con un bel sorrisone ebete stampato sulla faccia.
Nella città di Heartville le coppie formate da persone dello stesso sesso sono la norma e chi meglio del matchmaker Zanna con la sua bacchetta magica e l’aiuto dell’uccellino Cindy può costituire il perfect pair? Con il sottofondo della musica del DJ Tank vediamo lo strapopolare campione di scacchi Mike che si innamora di Steve, anche se è uno sfigato quarteback (perché a Heartville sono i giocatori di scacchi ad incarnare il ruolo dei sex symbols...), e l’aggressiva Roberta che, dopo svariate delusioni, trova nella secchiona Kate il suo grande amore. Ma non tutto è perfetto: anche Zanna ha una cotta per Steve il quale a sua volta, nel corso della preparazione di una recita scolastica in cui viene trattato lo scottante argomento dell’eterofobia, si scopre innamorato e ricambiato di Kate. La loro storia diventa di dominio pubblico durante la finale di scacchi vinta da Mike e i due vengono abbandonati da tutti i loro amici e decidono di lasciare Heartville per avere un futuro. Zanna però, nonostante il rischio di perdere i suoi poteri, fa un incantesimo che consente al suo amato Steve di essere felice e il risultato è che al ballo della scuola Kate e Steve sono incoronati king & queen, ma anche tutte le altre coppie sono rigorosamente miste e nessuno ricorda come fosse prima tranne Zanna, che viene pesantemente deriso per il suo abbigliamento. Ma alla fine anche per lui c’è l’happy ending, con Tank che a sorpresa gli dichiara il suo amore e gli amici che tornano sui loro passi.
Si parte alla grande con l’energetica “Who’s got extra love”, si prosegue con la tenerissima “Zanna’s song” e si chiude con “Sometime, do you think we could fall in love?”, in una fantasia di colori pastello, coreografie molto suggestive ed interpreti braverrimi, in particolare il protagonista Bobby Callhan.

Show No. 3
Departure Lounge – George in the Square 4
La YB era rimasta piuttosto colpita (e non solo per il lato B in bella mostra di Ollie Tompsett) dalla presentazione di questo musical che era avvenuta ai Whatstostage Awards lo scorso febbraio e quindi lo show è stato selezionato come visione finale della due giorni.

Eseguito solo con l’ausilio di 2 chitarre acustiche (una delle quali suonata dal composer Dougal Irvine) e rappresentato in quella che durante l’anno è palesemente un’aula universitaria, questo gioiellino DEVE trovare una London venue quanto prima!
La storia è semplice in apparenza: quattro amici di una vita, ora adolescenti e freschi di GSCE (più o meno il corrispettivo della maturità UK) sono bloccati in un aeroporto in Spagna per via del ritardo del loro volo di ritorno dalla vacanza che all’inizio sembra essere stata la classica settimana da “Brits on tour” come recita il brano di apertura, ma che poi si rivelerà un qualcosa di più.
La lunga attesa per l’aereo diventerà un pretesto per ricordare episodi della vacanza (ed in particolare la presenza femminile costante Sophie, molto meno scema e facile di quanto possa sembrare) e il loro non essere spesso d’accordo porterà ad introspezioni e confessioni che li faranno salire finalmente su quell’aereo un po' più preparati ad affrontare questo coming of age che li attende.
Momenti hilarious a bizzeffe, con l'evoluzione degli annunci del ritardo all'imbarco di questo fantomatico volo che il BBB già sa che gli risuoneranno in testa ad ogni prossima partenza da Stansted (e che tristemente hanno un fondo di verità per chiunque abbia almeno una volta viaggiato low-cost!) e le uscite spaccone e zeppe di adolescenziale energia da scaricare, che poco per volta danno spazio alla voce dei personaggi che si guardano dentro e danno per la prima volta voce a ciò che si portano nell'animo da un po', i timori per la "nuova" vita da diplomati che verrà, per i cambiamenti che questo porterà in termini di everyday life, ma anche e soprattutto nella loro amicizia sia come gruppo, sia tra i singoli ragazzi. Una miscela azzeccatissima, scelte musicali di qualità ed un cast di livello assoluto, nel quale non possiamo non menzionare Stuart Matthew Price che già ci aveva conquistati in 'Parade'.

1 commento:

Nerwen ha detto...

Approvo vivissimamente, avrei visto anche io questi 3. (awww Zanna..)

Ah, Dougal, il cretino che canta le canzoni di natale a settembre..Quante soddisfazioni..

Avete notato che al JFK nemmeno dicono piu' che il volo e' in ritardo, dicono direttamente 'il volo has got a new departure time', come per dire imbecilli voi che vi credevate di partire in orario, e' colpa vostra.