domenica 11 novembre 2007

There's no business like show business


Volete veramente sapere come nasce un musical from the cradle to (unfortunately...) the grave, sentire le cazzate (passate il francesismo) che possono sparare dei presunti critici del genere seduti intorno ad un tavolo da Sardi's (e che gli andasse tutto di traverso a 'sti yogurt andati a male!) sul futuro di show che ancora devono aprire e scoprire come, per fortuna, spesso il loro giudizio al vetriolo venga smentito dal pubblico?
Allora questo splendido documentario "Show business - the road to Broadway" fa per voi.

Realizzato tra il 2003 ed il 2004, racconta la storia di come Avenue Q, Caroline or Change, Taboo e Wicked sono nati, stati preparati, andati in scena e, nel caso degli ultimi due, spariti nel giro di pochi mesi.
E' bello per un appassionato del genere vedere un workshop del 1999 dove vengono per la prima volta presentati i mitici pupazzi di Q o la faccia stupita di tutto il cast quando per la prima volta Idina si presenta alle prove nel suo verdigris o i problemi che hanno accompagnato la messa in scena di Taboo legati ai guai personali della sua produttrice Rosie O'Donnell o come Caroline or Change è stato un work in progress per i due composer Jeanine Tesori e Tony Kushner praticamente fino al giorno della prima preview.

Il racconto parte dalla primavera del 2003, quando i quattro show stanno per vedere la luce e si ferma ai Tony 2004, dove, contrariamente alle previsioni, Avenue Q si portò a casa i premi più prestigiosi, lasciando al blockbuster da $ 1,000,000 a settimana "solo" la statuetta per la migliore attrice alla Menzel.

Alla storia degli spettacoli, si intrecciano quelle personali di alcuni degli attori che vi partecipano, come Tonya Pinkins che ha messo molto delle sue vicissitudini familiari nel personaggio di Caroline o Euan Morton, somigliante in maniera impressionante a Boy George, che con la chiusura dopo solo tre mesi di Taboo (musical autobiografico di Mr. George O'Dowd) ha perso il suo permesso di lavoro negli USA e si è dovuto arrangiare per cercare di rimanere nel paese.
Il tutto intervellato dalle botte di cattiveria e stupidità di critici di testate prestigiose, che escono veramente malissimo da tutta la storia.
Il tipo che sosteneva che Avenue Q non sarebbe andato da nessuna parte perché non aveva un segmento di mercato a cui questo spettacolo poteva interessare, se siamo fortunati, ora da Sardi's ci fa il lavapiatti...

Il documentario è uscito brevemente la scorsa estate sugli schermi americani così come il DVD è uscito per ora solo per il mercato di USA e Canada, quindi prima di acquistarlo accertatevi di avere un lettore multizona. E se non fosse così, dezonate il lettore che ne vale la pena! :-D

PS: e guardate per intero anche i titoli di coda, che colei che canta questa versione un po' particolare della Lullaby of Broadway potrebbe esservi vagamente familiare...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ordinato ora su Amazon ;o)

Nerwen ha detto...

Ok, mò se non mi dici chi è che canta ai titoli di coda penso che strozzo il cane. Sei avvisata.

Anonimo ha detto...

canta Idina!!!

London's Bad Idea Bears ha detto...

Oh yes, Manu is right and Akinth is safe (phew!)
YB